Genova tra le città italiane più danneggiate
Cinquecento giorni di blocco sfratti, cinquecento giorni di violazione del diritto (costituzionale) di proprietà da parte dello stesso Stato che dovrebbe garantirlo. Risale infatti al 17 marzo 2020 l’entrata in vigore del primo dei diversi provvedimenti di sospensione delle esecuzioni di rilascio, varati sia sotto il Governo Conte 2 sia durante l’Esecutivo Draghi.
«Le ferie e le vacanze, nonché le vittorie agli europei e alle olimpiadi delle quali si sono fatti belli i nostri politici, non fanno dimenticare che questo governo come i due Conte hanno violato reiteratamente la costituzione a danno della proprietà per regalare soldi agli sfaccendati del reddito di cittadinanza… A Genova e in provincia sono centinaia le famiglie in difficoltà a causa di queste norme incostituzionali. Si tratta spesso di pensionati e persone fragili, che hanno nel reddito da affitto un sostentamento» dice Vincenzo Nasini, presidente di Ape Confedilizia Genova.
Come noto, il blocco sfratti è stato recentemente prorogato:
- al 30 settembre 2021, per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28 febbraio 2020 al 30 settembre 2020;
- al 31 dicembre 2021, per i provvedimenti di rilascio adottati dall’1 ottobre 2020 al 30 giugno 2021.
Formalmente, si è sbloccata la parte rimanente delle esecuzioni. Di fatto, però, non viene svolto alcun rilascio. Perché le ordinarie prassi dei procedimenti giudiziari contengono estesissime tutele per gli inquilini. Generalmente, infatti, la forza pubblica viene concessa solo dopo diversi infruttuosi accessi da parte degli ufficiali giudiziari, tutti a distanza di mesi l’uno dall’altro. Ma anche perché il lungo blocco ha ovviamente portato all’accumulo dei procedimenti.
«Il blocco sfratti? Un colpo alla mobilità del lavoro?»
In più, in diversi Comuni sono iniziati rituali vari – con la partecipazione di diverse autorità pubbliche – per dilatare ulteriormente i tempi. Sta di fatto che quasi ovunque non sono partiti neppure gli accessi. Peraltro, l’ultimo intervento legislativo (decreto “Sostegni”) ha comportato la proroga persino delle esecuzioni riguardanti mancati pagamenti dei canoni. Cosa che nulla ha a che fare con il Covid. Tale aspetto – insieme, fra gli altri, all’impossibilità di distinguere le singole situazioni concrete, mettendo a raffronto le esigenze del proprietario e quelle dell’occupante – è uno dei motivi che hanno indotto diversi Tribunali a segnalare alla Corte Costituzionale la possibile illegittimità della normativa. Dubbio, peraltro, già espresso dalla Consulta per un’altra disposizione di sospensione delle esecuzioni.
«Il blocco degli sfratti – ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – ha lasciato migliaia di famiglie senza reddito, senza la disponibilità del loro immobile e, ciononostante, persino costrette a sopportarne le spese. A partire da quelle condominiali, salvo il piccolo sollievo della cancellazione dell’Imu 2021. È, inoltre, un incentivo alla deresponsabilizzazione delle autorità pubbliche, che sarebbero chiamate a risolvere i problemi che il blocco scarica invece sui proprietari privati, persone fisiche e imprese. Ogni giorno in più di permanenza della sospensione è una ferita inferta all’affitto, ai futuri inquilini (specie i meno abbienti), alla mobilità del lavoro, all’economia tutta. Come è possibile che non lo si comprenda (o si finga di non comprenderlo)? È assurdo».