Stop alle seconde case: un disastro per l’economia di molte famiglie di Genova e provincia
Il nuovo dcpm anti Covid in vista del periodo natalizio darà un ulteriore colpo alla proprietà immobiliare, soprattutto in relazione alle seconde case. Ne è convinto Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia Genova e vice presidente Confedilizia nazionale:
«Partiamo dal presupposto che chi ha la seconda casa o affitta il proprio immobile molto spesso non è una persona ricca o benestante, ma ha investito magari una vita di lavoro in un immobile che fino a oggi ha rappresentato una voce importante per il bilancio famigliare – premette Nasini – tutte le nostre istanze e doglianze anche su questo fronte sono state del tutto ignorate. L’unica risposta è stata la minaccia grillina di una nuova patrimoniale che andrebbe aggiungersi a imposte tasse tariffe e gabelle già esistenti. I proprietari non possono usare la casa non percepiscono il canone dagli inquilini morosi, pagano le tasse sui canoni non percepiti e non possono eseguire gli sfratti neppure per morosità anteriori al Covid. Siamo di fronte a una Costituzione calpestata con diritti violati e migliaia di proprietari sempre più esasperati».
Una situazione che assume contorni ancora più paradossali in Liguria:
«La Liguria particolarmente colpita sotto questo aspetto considerato il numero delle seconde case soprattutto nelle riviere. I proprietari purtroppo sono sempre più limoni da spremere. Ma problemi ci sono anche per chi le affitta. Si stanno moltiplicando i casi di prenotazioni con clausole a favore dell’affittuario nel caso in di disdette all’ultimo momento. Accordi giusti, ma gettano il settore ancora di più nell’incertezza. Anche per questo bisognerebbe permettere ad affittuari e clienti di andare nelle zone di vacanza e lì di attenersi alle norme di prudenza che seguirebbero a casa propria».
Intanto una patrimoniale esiste giù e si chiama Imu, la seconda rata scade il 16 dicembre:
«Si tratta – lo ricordiamo a coloro i quali sembrano dimenticarlo – di un’imposta che pesa per ben 22 miliardi di euro l’anno e che colpisce le famiglie, il risparmio diffuso, la voglia di investire nell’Italia anziché indirizzare altrove i frutti del lavoro. Riguarda case, negozi, uffici, terreni. Dovrà pagarla anche chi ha l’immobile sfitto, chi lo ha inagibile, chi non riceve il canone da mesi, chi addirittura si è visto requisire l’abitazione o il locale dallo Stato attraverso il blocco degli sfratti. La patrimoniale andrà pagata, chissà con quali soldi».