Genova, Liguria e decreto aiuti: un disastro per le seconde case a uso turistico
Il titolo, decreti aiuti, sembra una beffa: «Soprattutto per i proprietari di case della Liguria che affittano gli appartamenti per periodi brevi e nei periodi di vacanza. L’ultimo provvedimento del governo è un’offensiva dei nemici della proprietà immobiliare e a breve si potranno constatare i danni e gli effetti distorsivi e distruttivi sul mercato di questi provvedimenti insensati demagogici e liberticidi. La Liguria è una delle regioni più colpite, visto l’alto numero di immobili utilizzati per locazioni brevi».
Così dice Vincenzo Nasini, vicepresidente nazionale di Confedilizia e presidente di Ape-Confedilizia Genova.
«La norma del decreto aiuti che limita, fino a negarla, la possibilità per i proprietari di locare le proprie case per periodi brevi è miope e pericolosa. Miope, perché non raggiungerà il dichiarato obiettivo di favorire l’incremento degli affitti di lunga durata, pericolosa perché rappresenta una gravissima violazione di un diritto costituzionalmente protetto come è quello di proprietà, negando il suo esercizio più elementare. Il tutto, si badi bene, realizzando un’inaccettabile discriminazione nei confronti delle persone fisiche, poiché le imprese sarebbero escluse dalle nuove regole» – aggiunge in linea con le dichiarazioni già rilasciate dal presidente nazionale Giorgio Spaziani Testa.
«Peraltro, se l’intento è quello di accrescere l’offerta di abitazioni in affitto per uso residenziale, la strada non è quella delle misure punitive, ma quella delle politiche incentivanti. Le cause della fuga dei residenti dai centri storici sono molteplici e complesse, ridurle alla brama di guadagni da parte di proprietari-speculatori è perlomeno semplicistico e denota mancanza di conoscenza della realtà oppure dolosa negazione della stessa per altri fini. Ai proprietari si chiede di pagare ogni anno una patrimoniale Imu a livelli da esproprio, di fare assistenza pubblica al posto dello Stato attraverso misure come il blocco degli sfratti, di ottemperare a mille obblighi in materia di impianti e simili, ma se tentano di trarre un reddito dal frutto del loro lavoro e del loro risparmio, bisogna castigarli. E ciò, mentre il patrimonio immobiliare pubblico viene lasciato andare in malora. «In Parlamento si sta compiendo un errore colossale. Se c’è qualcuno che ha ancora un po’ di buon senso, ponga rimedio» – conclude.
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