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Confedilizia: Spaziani Testa rieletto presidente

Giorgio Spaziani Testa è stato rieletto Presidente di Confedilizia. A confermarlo nella carica, per il triennio 2018-2020, è stato il Consiglio direttivo della Confederazione della proprietà immobiliare, che ha deliberato anche in merito al Comitato di Presidenza, che sarà composto da Pier Luigi Amerio, Achille Lineo Colombo Clerici, Dario dal Verme (Tesoriere) Vincenzo Nasini, Paolo Pietrolucci, Prospero Pizzolla, Paolo Scalettaris, Nino Scripelliti, Corrado Sforza Fogliani (Presidente del Centro studi) e Michele Vigne.

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Smentita la teoria Ocse-Fmi-Ue sulle tasse “buone”

Si richiama l’attenzione sull’allegato articolo del Giornale – già segnalato stamattina con la selezione della Rassegna Stampa Confedilizia via mail – che dà conto della imminente pubblicazione su una prestigiosa rivista economica internazionale (International Tax and Public Finance) di uno studio di quattro economisti italiani (Donatella Baiardi, Paola Profeta, Riccardo Puglisi e Simona Scabrosetti) di particolare interesse per la proprietà immobiliare.

Lo studio – dal titolo Tax Policy and Economic Growth: Does It Really Matter? – confuta infatti, attraverso solidi argomenti, la tesi (portata avanti, in particolare, dall’Ocse, dal Fondo monetario internazionale e dalla Commissione Ue) secondo la quale alcuni tributi (come quelli sui consumi e quelli sugli immobili) sarebbero meno “distorsivi” per la crescita o, addirittura, “growth-friendly” (favorevoli alla crescita; letteralmente, “amici della crescita”).

Si tratta di un approfondimento che Confedilizia ha seguito sin dal suo avvio e che vede ora una consacrazione – particolarmente necessaria in ambito scientifico – attraverso la pubblicazione su una rivista di riconosciuta autorevolezza a livello internazionale.

La nostra attività tesa a contestare il teorema delle tasse buone e delle tasse cattive proseguirà – come preannunciato in occasione dell’assemblea dello scorso 4 aprile, quando era stata anticipata anche la notizia data oggi dal Giornale – sia in sede di dibattito pubblico sia attraverso un’azione diretta nei confronti delle citate organizzazioni internazionali. Nel frattempo, le Associazioni territoriali sono vivamente invitate a diffondere i contenuti dell’articolo.

 

L’articolo del Giornale in versione web, utile per la condivisione sui social:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/economisti-smontano-patrimoniale-dellocse-tasse-frenano-1516193.html

Un tweet del Presidente a commento della notizia:

https://twitter.com/gspazianitesta/status/986145120876625921

 

Scarica la versione in pdf dell’articolo:

Il Giornale 17.04.2018

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Confedilizia su proposta patrimoniale dell’OCSE

“L’Ocse dice che in Italia sarebbe utile introdurre un’imposta patrimoniale perché c’è concentrazione di ricchezza e vanno ridotte le diseguaglianze. In attesa che una di queste organizzazioni internazionali così prodighe di consigli fornisca finalmente una ricetta per creare ricchezza anziché per distruggerla, informiamo l`Ocse che nel nostro Paese una patrimoniale c’è già: si chiama Imu-Tasi, vale 21 miliardi di euro l’anno e ha già provveduto ad annientare il settore immobiliare, favorendo la chiusura di imprese, la perdita di posti di lavoro e la contrazione dei consumi. Rimangono i soldi dei conti correnti e il risparmio finanziario, ma quelli, a differenza degli immobili, prenderanno il largo alle prime avvisaglie di un Governo che dia l’impressione di voler seguire suggerimenti così sciagurati”.

Dichiarazione del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa

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Convocazione Assemblea ordinaria annuale A.P.E./Confedilizia

Convocazione Assemblea ordinaria annuale A.P.E./Confedilizia per MERCOLEDI’ 18 APRILE 2018 (SECONDA CONVOCAZIONE) ORE 17,00

L’Assemblea dei soci dell’Associazione Proprietà Edilizia di Genova è convocata presso la sede sociale di via XX Settembre n. 41-5° piano, Martedì 17 aprile 2018 alle ore 12 in prima convocazione e Mercoledì 18 aprile 2018 alle ore 17,00 in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente

Ordine del Giorno

1 – Relazione sull’attività svolta e  sulle prospettive per l’anno 2019

2 – Rendiconto esercizio finanziario 2017

3 – Relazione Tesoriere e Relazione Revisori dei Conti

4 – Preventivo esercizio finanziario 2018

5 – Elezione Consiglio Direttivo triennio 2018/2021

6 – Elezione Collegio Revisori dei conti triennio 2018/2021

7 – Elezione Collegio dei Probiviri triennio 2018/2021

8 – Modifiche e integrazioni dello Statuto

9 – Varie ed eventuali.

Il Presidente
Vincenzo Nasini

 

[Avviso ai sensi dell’art. 9 dello Statuto dell’Associazione]

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Fenomeno della rinuncia alla proprietà

Il nuovo Parlamento – e, quando ci sarà, il nuovo Governo – dovrebbero riflettere su un tema che il Sole 24Ore è tornato a trattare più volte in pochi mesi, a riprova della sua (sconcertante) attualità: quello della rinuncia alla proprietà degli immobili.
Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile persino immaginare un fenomeno del genere. Ora, invece, capita che sempre più proprietari si informino sulle modalità con cui liberarsi di “beni” che – in molti casi – non danno alcun reddito, sono fonti di spese e non hanno mercato, non essendovi nessuno disponibile ad acquistarli o a prenderli in locazione.
Il-Sole24Ore-8-4-2018È un fenomeno che fa il paio con un altro, quello del costante aumento delle cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Agenzia delle entrate, rispetto al 2011 – ultimo anno pre Imu – questi immobili sono aumentati del 70%, essendo passati da 278.121 a 474.165 (+196.044). Si tratta di costruzioni che costituiscono un vero e proprio peso per i loro proprietari, che in numero crescente li riducono in ruderi oppure li vedono finire in condizioni di fatiscenza.
È nello spropositato aumento della tassazione locale (patrimoniale) sugli immobili iniziato nel 2012 che risiede la principale causa dell’interesse per la rinuncia alla proprietà (unitamente – come rileva Angelo Busani sul Sole 24Ore del 26 marzo – alla ridotta capacità reddituale delle famiglie).
Il carico di imposizione fiscale abbattutosi sugli immobili a partire dal 2012, insomma, ha avuto i suoi effetti, e non poteva essere diversamente. L’Ici pesava per 9 miliardi di euro annui, l’Imu e la Tasi ne valgono circa 20/21 (dopo l’eliminazione dell’imposta sull’abitazione principale, con esclusione delle abitazioni in A1, A8 e A9). E se si aggiunge la Tari (rifiuti) – che in molti Paesi è compresa nell’imposta locale immobiliare – il conto arriva a più di 30 miliardi.
Naturalmente, i due fenomeni evidenziati – rinunce alla proprietà e aumento dei ruderi – non sono la regola (anche se al di fuori dei centri medi e grandi la situazione è davvero critica). Tuttavia, il loro apparire avrebbe dovuto convincere la politica della necessità di intervenire. Se quella è la punta dell’iceberg, infatti, non è difficile immaginare che il resto del comparto non sia in salute. E infatti il crollo generalizzato dei valori degli immobili è una realtà che ci distingue in negativo in Europa, per nulla mitigata da qualche annuncio di recupero nel numero di compravendite (che sono per lo più compra-svendite).
E allora? Che fare? Dobbiamo rassegnarci a considerare gli immobili come un peso? No di certo. Possiamo agire. Occorre rimuovere i vincoli che impediscono al settore di essere motore di sviluppo dell’economia, incentivando l’investimento nell’immobiliare da parte di famiglie e imprese.
L’onere tributario sul comparto deve essere certamente ridotto e reso equo. In sede locale va previsto un vero tributo sui servizi, deducibile dal reddito per tutti (come è in molti Paesi) e a carico di colui che occupa il bene, proprietario o inquilino che sia (in ossequio al buonsenso, oltre che in coerenza con quanto previsto all’estero). I locali commerciali devono essere salvati dalla condanna all’abbandono, attraverso l’introduzione di una cedolare secca sulla locazione di questi immobili (che nel settore abitativo è un successo) e mediante sgravi per le tasse comunali, con esenzione in caso di sfitto. Vanno stabilizzati gli incentivi per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio edilizio, oltre che stimolata la rigenerazione urbana. È necessario fornire ai locatori garanzie di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi in caso di morosità o a fine contratto. Occorre favorire lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare diffusa, così valorizzando anche il nostro esteso patrimonio di interesse storico-artistico.
Bisogna intervenire e bisogna farlo presto.

Giorgio Spaziani Testa
Presidente Confedilizia

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