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Confedilizia su proposta patrimoniale dell’OCSE

“L’Ocse dice che in Italia sarebbe utile introdurre un’imposta patrimoniale perché c’è concentrazione di ricchezza e vanno ridotte le diseguaglianze. In attesa che una di queste organizzazioni internazionali così prodighe di consigli fornisca finalmente una ricetta per creare ricchezza anziché per distruggerla, informiamo l`Ocse che nel nostro Paese una patrimoniale c’è già: si chiama Imu-Tasi, vale 21 miliardi di euro l’anno e ha già provveduto ad annientare il settore immobiliare, favorendo la chiusura di imprese, la perdita di posti di lavoro e la contrazione dei consumi. Rimangono i soldi dei conti correnti e il risparmio finanziario, ma quelli, a differenza degli immobili, prenderanno il largo alle prime avvisaglie di un Governo che dia l’impressione di voler seguire suggerimenti così sciagurati”.

Dichiarazione del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa

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Convocazione Assemblea ordinaria annuale A.P.E./Confedilizia

Convocazione Assemblea ordinaria annuale A.P.E./Confedilizia per MERCOLEDI’ 18 APRILE 2018 (SECONDA CONVOCAZIONE) ORE 17,00

L’Assemblea dei soci dell’Associazione Proprietà Edilizia di Genova è convocata presso la sede sociale di via XX Settembre n. 41-5° piano, Martedì 17 aprile 2018 alle ore 12 in prima convocazione e Mercoledì 18 aprile 2018 alle ore 17,00 in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente

Ordine del Giorno

1 – Relazione sull’attività svolta e  sulle prospettive per l’anno 2019

2 – Rendiconto esercizio finanziario 2017

3 – Relazione Tesoriere e Relazione Revisori dei Conti

4 – Preventivo esercizio finanziario 2018

5 – Elezione Consiglio Direttivo triennio 2018/2021

6 – Elezione Collegio Revisori dei conti triennio 2018/2021

7 – Elezione Collegio dei Probiviri triennio 2018/2021

8 – Modifiche e integrazioni dello Statuto

9 – Varie ed eventuali.

Il Presidente
Vincenzo Nasini

 

[Avviso ai sensi dell’art. 9 dello Statuto dell’Associazione]

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Fenomeno della rinuncia alla proprietà

Il nuovo Parlamento – e, quando ci sarà, il nuovo Governo – dovrebbero riflettere su un tema che il Sole 24Ore è tornato a trattare più volte in pochi mesi, a riprova della sua (sconcertante) attualità: quello della rinuncia alla proprietà degli immobili.
Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile persino immaginare un fenomeno del genere. Ora, invece, capita che sempre più proprietari si informino sulle modalità con cui liberarsi di “beni” che – in molti casi – non danno alcun reddito, sono fonti di spese e non hanno mercato, non essendovi nessuno disponibile ad acquistarli o a prenderli in locazione.
Il-Sole24Ore-8-4-2018È un fenomeno che fa il paio con un altro, quello del costante aumento delle cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Agenzia delle entrate, rispetto al 2011 – ultimo anno pre Imu – questi immobili sono aumentati del 70%, essendo passati da 278.121 a 474.165 (+196.044). Si tratta di costruzioni che costituiscono un vero e proprio peso per i loro proprietari, che in numero crescente li riducono in ruderi oppure li vedono finire in condizioni di fatiscenza.
È nello spropositato aumento della tassazione locale (patrimoniale) sugli immobili iniziato nel 2012 che risiede la principale causa dell’interesse per la rinuncia alla proprietà (unitamente – come rileva Angelo Busani sul Sole 24Ore del 26 marzo – alla ridotta capacità reddituale delle famiglie).
Il carico di imposizione fiscale abbattutosi sugli immobili a partire dal 2012, insomma, ha avuto i suoi effetti, e non poteva essere diversamente. L’Ici pesava per 9 miliardi di euro annui, l’Imu e la Tasi ne valgono circa 20/21 (dopo l’eliminazione dell’imposta sull’abitazione principale, con esclusione delle abitazioni in A1, A8 e A9). E se si aggiunge la Tari (rifiuti) – che in molti Paesi è compresa nell’imposta locale immobiliare – il conto arriva a più di 30 miliardi.
Naturalmente, i due fenomeni evidenziati – rinunce alla proprietà e aumento dei ruderi – non sono la regola (anche se al di fuori dei centri medi e grandi la situazione è davvero critica). Tuttavia, il loro apparire avrebbe dovuto convincere la politica della necessità di intervenire. Se quella è la punta dell’iceberg, infatti, non è difficile immaginare che il resto del comparto non sia in salute. E infatti il crollo generalizzato dei valori degli immobili è una realtà che ci distingue in negativo in Europa, per nulla mitigata da qualche annuncio di recupero nel numero di compravendite (che sono per lo più compra-svendite).
E allora? Che fare? Dobbiamo rassegnarci a considerare gli immobili come un peso? No di certo. Possiamo agire. Occorre rimuovere i vincoli che impediscono al settore di essere motore di sviluppo dell’economia, incentivando l’investimento nell’immobiliare da parte di famiglie e imprese.
L’onere tributario sul comparto deve essere certamente ridotto e reso equo. In sede locale va previsto un vero tributo sui servizi, deducibile dal reddito per tutti (come è in molti Paesi) e a carico di colui che occupa il bene, proprietario o inquilino che sia (in ossequio al buonsenso, oltre che in coerenza con quanto previsto all’estero). I locali commerciali devono essere salvati dalla condanna all’abbandono, attraverso l’introduzione di una cedolare secca sulla locazione di questi immobili (che nel settore abitativo è un successo) e mediante sgravi per le tasse comunali, con esenzione in caso di sfitto. Vanno stabilizzati gli incentivi per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio edilizio, oltre che stimolata la rigenerazione urbana. È necessario fornire ai locatori garanzie di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi in caso di morosità o a fine contratto. Occorre favorire lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare diffusa, così valorizzando anche il nostro esteso patrimonio di interesse storico-artistico.
Bisogna intervenire e bisogna farlo presto.

Giorgio Spaziani Testa
Presidente Confedilizia

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Convegno su “Obbligazioni condominiali morosità e riscossione dei crediti”

Il 21 marzo, a Palazzo Lercari Parodi, si è tenuto il convegno su “Obbligazioni condominiali morosità e riscossione dei crediti”, argomento principale la tutela degli interessi generali della proprietà edilizia e dei diritti dei proprietari di casa nonché l’assistenza agli stessi attraverso la prestazione di servizi di consulenza in tutte le materie direttamente o indirettamente connesse agli immobili.

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Speciale Confedilizia TG

Sul canale Youtube di Confedilizia è disponibile lo speciale di CONFEDILIZIA TG, dedicato alla Conferenza organizzativa dello scorso gennaio.

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L’Associazione riceve solo su appuntamento lunedì a venerdì dalle ore 9 alle ore 13.00, per richieste e prenotazioni potete scrivere una mail a info@apegeconfedilizia.org o chiamare allo 010 565768 | 010 565 149


Sono APERTE LE ISCRIZIONI per il Corso per Amministratori di formazione periodica per settembre