Genova e Liguria seconde case impossibili da raggiungere. Confedilizia chiede il ristoro fiscale
«Non credo che spostarmi nella casa al mare o in montagna, seguendo le stesse limitazioni che avrei in città possa fare in qualche modo una differenza. Poi, soprattutto se la casa è di proprietà, continuo a pagarci le imposte, a versare Imu e Tari, non è giusto non poterne fruire»
Così, senza troppi giri di parole, Giorgio Spaziani Testa, presidente nazionale di Confedilizia, interviene sull’attuale situazione che vede nella gran parte delle regioni il divieto di mobilità e quindi l’impossibilità di raggiungere la seconda casa di proprietà. Una situazione che per Vincenzo Nasini, presidente Federazione Confedilizia Liguria, assume contorni ancora più paradossali in Liguria:
«La Liguria particolarmente colpita sotto questo aspetto considerato il numero delle seconde case soprattutto nelle riviere. I proprietari purtroppo sono sempre più limoni da spremere. Ma problemi ci sono anche per chi le affitta. Si stanno moltiplicando i casi di prenotazioni con clausole a favore dell’affittuario nel caso in di disdette all’ultimo momento. Accordi giusti, ma gettano il settore ancora di più nell’incertezza. Anche per questo bisognerebbe permettere ad affittuari e clienti di andare nelle zone di vacanza e lì di attenersi alle norme di prudenza che seguirebbero a casa propria».
Per quanto riguarda i numeri delle 528 mila abitazioni non occupate stimate sul territorio regionale, si calcola che il 62,1% siano destinate ad alimentare il turismo delle seconde case: un esercito di proprietari tartassati e bloccati.
Nasini chiude rilanciando una questione genovese:
«Continua ad essere grave a Genova il problema mai affrontato dell’incidenza della qualificazione come A1 di immobili che oggi dovrebbero essere declassati ad A 3. Anche questo è un modo per tassare in maniera spropositata».