Vincenzo Nasini Presidente APE Confedilizia morosità rateizzare
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Caro bollette: a Genova i primi casi di morosità. Confedilizia: “rateizzare”

Si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre e la chiusura della legislatura Draghi. A tenere impegnata l’attenzione pubblica del paese ci sono i temi del caro vita, dovuto all’innalzamento dei prezzi di luce e gas, e la guerra in Ucraina.

Sulla prima questione in particolar modo c’è un gran dibattito tra le varie forze politiche.

Questo perché imprese e famiglie rischiano, con l’arrivo dell’autunno, di andare incontro a batoste economiche non da poco. Salassi veri e propri che potrebbero portare le imprese a chiudere i battenti e le famiglie sempre più sulla soglia della povertà.

A parlare in favore di quest’ultime arriva la voce di Ape Confedilizia, l’associazione maggiormente rappresentativa della piccola proprietà.

Che attraverso le parole del vicepresidente di Confedilizia nazionale, nonché presidente di APE Confindustria Genova, Vincenzo Nasini ha proposto al Governo uscente una soluzione al problema del caro bollette da adottare il prima possibile.

«Abbiamo iniziato a raccogliere il grido d’allarme di tanti proprietari e di tante famiglie per il boom della bolletta energetica –  ha detto Nasini – Anche a Genova i rincari sulle bollette di luce e gas hanno raggiunto livelli altissimi e nei condominii la morosità sta divenendo sempre più elevata. Ogni fabbricato condominiale, tuttavia, ha le sue specificità sicché, oltre a sensibilizzare proprietari ed amministratori sul tema invitandoli ad adottare ogni soluzione possibile per ridurre, nel caso concreto, i consumi, chiediamo al Parlamento e al Governo di intervenire urgentemente, almeno prevedendo una forte rateizzazione dei pagamenti. È appena il caso di ricordare, infatti, che negli stabili condominiali abitano anche molte persone non abbienti, anziani e giovani famiglie con bambini. Soggetti che vanno protetti almeno consentendo al condominio nel suo complesso di chiedere e ottenere versamenti dilazionati nel tempo».

Nasini Confedilizia sul caro bollette, una soluzione? Rateizzare

Nasini però non si è limitato a parlare dell’aumento delle bollette. Ha anche suggerito una soluzione al problema della mancata soluzione della questione della cessione del credito per i bonus edilizia.

Un secondo tema, da risolvere possibilmente da questo Parlamento, è questo: quello della conversione in legge del decreto aiuti-bis. E’ l’occasione per consentire che il meccanismo della cessione del credito per i diversi incentivi edilizi (non solo per il superbonus) riparta. Vi è la necessità, infatti, di un intervento urgente che chiarisca definitivamente che i cessionari non incorrono in alcuna responsabilità. Senza di esso, i crediti finora acquisiti non potranno liberamente circolare e conseguentemente proprietari e condominii non troveranno sul mercato imprese disposte ad avviare (e in alcuni casi anche a proseguire) i lavori. Anche a Genova è tutto bloccato» – ha concluso il presidente.

Compendio Diritto Amministrativo Paolo Nasini APE Confedilizia
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È uscito il libro “Compendio di Diritto Amministrativo” di Paolo Nasini

Compendio di Diritto Amministrativo” è ora disponibile sullo shop Lex Iuris (lo trovate > QUI).
Il nuovo libro di Paolo Nasini, giudice Refendario presso il TAR di Venezia dal 2018.

Compendio Diritto Amministrativo cover Paolo Nasini APE ConfediliziaIl diritto amministrativo è una materia complessa e articolata tanto da intimorire spesso chi deve approcciarsi allo studio. Per questo motivo l’opera garantisce l’essenzialità e la sufficienza dei contenuti per uno studio celere, ma al contempo adeguato, trattando le tematiche centrali del diritto amministrativo  e consentendo allo studente/lettore di acquisire una conoscenza trasversale, ma non meramente superficiale, degli argomenti essenziali caratterizzanti della materia.

Il Compendio di Diritto Amministrativo, quale agile strumento di studio, costituisce sia un fondamentale ausilio per lo studente, al fine della preparazione di esami e concorsi, sia un’opportunità per il lettore “neofita” al fine di acquisire, in poco tempo e con chiarezza, le nozioni fondamentali di questa affascinante materia.

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Fermati gli emendamenti che miravano a bloccare gli affitti brevi

“La notte, stavolta, ha portato consiglio. Sono stati stoppati, in Senato, i diversi emendamenti al decreto infrastrutture che miravano a limitare gli affitti brevi in tutta Italia, sia prevedendo un’estensione della norma già approvata per Venezia, sia ipotizzando improbabili assimilazioni delle abitazioni private alle strutture alberghiere.

Ringraziamo il Ministro del turismo Garavaglia per la sua vigilanza e il relatore in Commissione Bilancio, sen. Dell’Olio, per il suo intervento e ci rallegriamo per il fatto che in Parlamento abbia alla fine prevalso il buonsenso.

L’auspicio è che, per il futuro, il tema del turismo non venga trattato a colpi di emendamenti estemporanei, spesso frutto di pressioni da parte di soggetti interessati, ma sia oggetto di un confronto serio ed equilibrato”.

Giorgio Spaziani Testa
Presidente Confedilizia

Vincenzo Nasini Presidente APE Confedilizia morosità rateizzare
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Genova, Liguria e decreto aiuti: un disastro per le seconde case a uso turistico

Il titolo, decreti aiuti, sembra una beffa: «Soprattutto per i proprietari di case della Liguria che affittano gli appartamenti per periodi brevi e nei periodi di vacanza. L’ultimo provvedimento del governo è un’offensiva dei nemici della proprietà immobiliare e a breve si potranno constatare i danni e gli effetti distorsivi e distruttivi sul mercato di questi provvedimenti insensati demagogici e liberticidi. La Liguria è una delle regioni più colpite, visto l’alto numero di immobili utilizzati per locazioni brevi».
Così dice Vincenzo Nasini, vicepresidente nazionale di Confedilizia e presidente di Ape-Confedilizia Genova.
«La norma del decreto aiuti che limita, fino a negarla, la possibilità per i proprietari di locare le proprie case per periodi brevi è miope e pericolosa. Miope, perché non raggiungerà il dichiarato obiettivo di favorire l’incremento degli affitti di lunga durata, pericolosa perché rappresenta una gravissima violazione di un diritto costituzionalmente protetto come è quello di proprietà, negando il suo esercizio più elementare. Il tutto, si badi bene, realizzando un’inaccettabile discriminazione nei confronti delle persone fisiche, poiché le imprese sarebbero escluse dalle nuove regole» – aggiunge in linea con le dichiarazioni già rilasciate dal presidente nazionale Giorgio Spaziani Testa.
«Peraltro, se l’intento è quello di accrescere l’offerta di abitazioni in affitto per uso residenziale, la strada non è quella delle misure punitive, ma quella delle politiche incentivanti. Le cause della fuga dei residenti dai centri storici sono molteplici e complesse, ridurle alla brama di guadagni da parte di proprietari-speculatori è perlomeno semplicistico e denota mancanza di conoscenza della realtà oppure dolosa negazione della stessa per altri fini. Ai proprietari si chiede di pagare ogni anno una patrimoniale Imu a livelli da esproprio, di fare assistenza pubblica al posto dello Stato attraverso misure come il blocco degli sfratti, di ottemperare a mille obblighi in materia di impianti e simili, ma se tentano di trarre un reddito dal frutto del loro lavoro e del loro risparmio, bisogna castigarli. E ciò, mentre il patrimonio immobiliare pubblico viene lasciato andare in malora. «In Parlamento si sta compiendo un errore colossale. Se c’è qualcuno che ha ancora un po’ di buon senso, ponga rimedio» – conclude.
Vincenzo Nasini APE Confedilizia Genova provincia appartamenti turistici affitti brevi
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Riforma del Catasto per Genova e Liguria

3 novità, le proteste in via XX che sono servite e l’errore di farla fine legislatura

La stangata (forse) non ci sarà. Ma pensare a una riforma fiscale a fine legislatura e sotto forma di delega è un controsenso. Sono questi gli elementi di giudizio che arrivano dall’analisi di Confedilizia rispetto a quello che è accaduto nelle ultime settimane a Roma e che ha conseguenze inevitabili per i Genovesi e i Liguri. Come spiega Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia Genova e vice presidente nazionale di Confedilizia:

«I gazebo in piazza fattoi anche a Genova in via Venti Settembre e in generale le proteste di Confedilizia contro la revisione del catasto in senso patrimoniale sono servite a qualcosa. Ma bisognerà sempre combattere aspramente  e duramente fino a quando non sia estirpato il cattivo seme che fa crescere la mala pianta della avversione verso la proprietà immobiliare che spinge molti politici a licenziare provvedimenti  fiscali e non solo illiberali e anacronistici ma spesso anche sbagliati».

Rispetto al disegno di legge presentato dal Governo, il nuovo testo della riforma fiscale contiene, per quel che riguarda gli immobili, tre principali novità.

La prima è l’eliminazione dell’automatico aumento della tassazione sui redditi da locazione abitativa (articolo 2). Nonostante la cosa non sia mai stata ammessa pubblicamente da promotori e sostenitori della riforma, il testo originario avrebbe inevitabilmente portato all’incremento della cedolare secca sugli affitti residenziali, considerata la volontà di impostare un’unica aliquota alternativa all’Irpef per i redditi finanziari e immobiliari, ipotizzata nel 23 o nel 26 per cento (le attuali percentuali della cedolare sono del 21 e del 10). Si tratta di un miglioramento importante. Ciò che va fatto, ora, è rimuovere la discriminazione nei confronti dei redditi da locazione a uso diverso dall’abitativo, per i quali pure va concessa la possibilità di optare per l’imposta sostitutiva, anche al fine di ridare fiato al commercio e di restituire decoro e sicurezza alle nostre città.

La seconda novità è la nuova impostazione della revisione catastale (comma 2 dell’articolo 6), che, opportunamente, non dispone più l’attribuzione alle unità immobiliari di un valore patrimoniale ma prevede il criterio reddituale, pur in parte impropriamente derivando il reddito dal valore e con il pericoloso inserimento di una non meglio precisata “consultazione” della banca dati Omi (l’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate): una banca dati che contiene, secondo quanto dichiarato dalla stessa Agenzia, “indicazioni di valore di larga massima” su compravendite e locazioni, che non si comprende che cosa abbiano a che vedere col catasto. L’ideale, va ribadito, sarebbe stato il mantenimento del solo comma 1 dell’articolo 6, quello che riguarda le regolarizzazioni catastali, ma Palazzo Chigi ha preteso che la delega comprendesse anche la revisione, insistendo nella forzatura compiuta già all’atto della presentazione del disegno di legge, il cui contenuto è in contrasto con la volontà espressa dal Parlamento nel giugno del 2021 proprio per via dell’inclusione della parte sul catasto.

La terza novità è l’introduzione della “tutela del bene casa” nella norma riguardante il riordino delle cosiddette tax expenditures, vale a dire le deduzioni e le detrazioni Irpef (articolo 2). Si tratta di un principio importante, considerata la rilevanza che da un quarto di secolo hanno gli incentivi per gli interventi sugli immobili (dalla detrazione del 36% istituita nel 1997 al superbonus 110% introdotto nel 2020) e il fondamentale ruolo svolto anche da altre tipologie di deduzioni e detrazioni (interessi sui mutui, spese per restauro di immobili storico-artistici ecc.). Naturalmente, al di là del “paletto” inserito nella delega, si tratterà poi di fare delle scelte di prospettiva e impostare un sistema di incentivi stabile ed equilibrato, sul quale peserà l’imminente approvazione della direttiva Ue sulle prestazioni energetiche nell’edilizia: se essa dovesse prevedere, come è nel testo approvato dalla Commissione, l’obbligo generalizzato di adeguare gli immobili a determinati standard energetici, la domanda da farsi è: chi paga?

In attesa dell’esame del disegno di legge, sperabilmente non solo formale, da parte dell’Aula della Camera e di Commissioni e Aula del Senato, rimane il problema di fondo.

«Pensare a una riforma fiscale, per di più a fine legislatura e sotto forma di delega, con una maggioranza che va dalla Lega a Leu, è un controsenso. E la vaghezza, e la conseguente pericolosità, dell’articolato all’esame del Parlamento ne è la riprova. Come noto, in caso di legge delega le disposizioni direttamente incidenti su cittadini e imprese si hanno con i decreti delegati, che sono di fatto privi di controllo parlamentare. Se a predisporli è un Governo con una maggioranza così anomala, non vedere rischi è nascondersi la realtà».

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